“A quattro anni dipingevo come Raffaello, poi ho impiegato una vita per imparare a dipingere come un bambino”. (Pablo Picasso)
Quanta spontaneità nei disegni dei bambini!
Quando creano sono liberi di sperimentare, mettendo su carta la loro rappresentazione della realtà senza timore di critica o giudizi.
Crescendo perdono parte di questa flessibilità e approcciano con meno entusiasmo alle discipline creative, soprattutto se non si sentono “portati” per qualche specifica materia.
Eppure basterebbe poco: poggiare la matita sul foglio, lasciare che le forme prendano la loro direzione e, semplicemente, osservare cosa succede.
I bambini più piccoli lo fanno: sono liberi e spontanei nella loro comunicazione su carta.
Ed è proprio questa libertà ad aver ispirato un progetto che da poco tempo ho scoperto su Instagram.
Sto parlando di Mamidisegno, un’idea di Bianca che ha donato nuova vita ai disegni di sua figlia Ginevra di 4 anni, rendendoli delle piccole opere d’arte.
Ho deciso quindi di scambiare 2 parole con lei e capire meglio l’iter del loro processo creativo.
Ciao Bianca, è un piacere averti come ospite sul nostro sito. Non appena abbiamo notato il tuo profilo Instagram siamo rimaste colpite dall’originalità del progetto. Come nasce l’idea di dare colore ai disegni di tua figlia?
Ciao a tutti e grazie dell’invito. Il progetto Mamidisegno nasce a marzo 2020 in pieno lockdown. Ho visto la quarantena come un’opportunità per fare con i miei figli tutto quello che nella vita reale non si riesce a fare. E all’improvviso, come in un film, siamo diventati ballerini, cantanti, sarti, e soprattutto artisti.
Spesso Ginevra mi chiedeva di disegnarle delle figure per poi colorarle a suo piacere (richiesta comune nei bambini). Un giorno, però, è successo il contrario.
Seduta al tavolo della cucina, mia figlia ha fatto scivolare verso di me un suo disegno e mi ha detto: “Mamma, è per te!”.
Ho osservato attentamente, mi sono complimentata e le ho riconsegnato il foglio.
Era chiaro: Ginevra non era soddisfatta della mia reazione.
Qualcosa doveva essermi sfuggito… Per fortuna ha deciso di venirmi incontro.
“Mamma, non hai capito. Lo devi colorare tu.”
Comincia così la nostra avventura.
Come vive Ginevra questo progetto a 4 mani?
Ginevra ha preso seriamente e con entusiasmo il progetto.
Sforna disegni a raffica, descrivendo nei minimi dettagli il soggetto (quasi sempre figure femminili) e spesso spiega anche il profilo psicologico del personaggio, cosicché io possa interpretarlo nel modo migliore.
C’era il rischio che mia figlia si stancasse del progetto, che volesse tenere i disegni per sé.
Io non la forzo a disegnare se non vuole, e non le faccio richieste specifiche, secondo il mio gusto. Non avrebbe senso. Seguo il suo flusso artistico, inserendomi solo quando è il mio turno.
E penso che questo abbia fatto la differenza. Vedo molta ironia in questo progetto, perché in pratica, é lei che fa colorare me, che prepara l’attività ludica.
Qual è il momento più significativo del vostro iter creativo?
Lei dà l’input.
Disegna e fa scorrere il foglio dalla mia parte del tavolo, poi prende un foglio nuovo, e ricomincia da capo. A volte invece si ferma e mi osserva colorare. È ipnotizzata dal mio momento artistico. Inizialmente resta in silenzio e allunga il collo per vedere meglio, ad un certo punto non resiste più e mi riempie di domande tecniche.
Vuole capire come si formano le sfumature, come abbino i colori. Come trasformo il suo bel disegno in qualcosa che rappresenta anche me. Devo dire che questo é il momento migliore. L’unione perfetta di me e lei, senza che nessuna delle due sovrasti l’altra.
Cosa hai imparato da questa collaborazione?
Ho sempre pensato che i lavori di gruppo (in campo artistico) non portino risultati soddisfacenti.
Ognuno ha il proprio stile, il proprio obiettivo.
Adesso invece non lo penso più.
Con rispetto e collaborazione, si possono ottenere risultati meravigliosi e inaspettati.
Un lavoro a più mani offre un campo infinito di possibilità.
Negli ultimi anni sembra che i bambini siano sempre più restii ad approcciare al disegno. Tu, personalmente, cosa ne pensi?
Penso che l’ambiente esterno ostacoli il processo creativo del bambino. L’adulto in particolare.
So che non è facile trattenere i commenti, voler aiutare, suggerire… Ma è controproducente.
Mai chiedere ad un bambino cos’ha disegnato, tirando ad indovinare. La possibilità che il piccolo artista si offenda è alta.
Diciamo piuttosto cosa ci piace del suo disegno (“mi piace la linea che hai fatto/Mi piace questo colore abbinato a quest’altro”).
Quasi sicuramente sarà il bimbo a spiegarci cos’ha rappresentato, volendo continuare la discussione.
Se così non fosse, rispettiamo il suo silenzio, senza forzarlo. Potrebbe essere troppo concentrato per parlare.
Allo stesso tempo è molto utile affiancarsi a lui, sedersi e disegnare insieme. Non per correggerlo, ma per condividere.
“Io ora faccio un cerchio, ti va di colorarlo per me? Me ne fai uno anche tu, così lo coloro io?”.
Prendiamo sul serio i bambini. Impariamo a collaborare con loro, ci stupiranno.
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Buongiorno, innanzi tutto penso che il disegno sia un’arte meravigliosa, ma se poi sono dei bambini a produrli, rende questa arte piena di magia.
Mio figlio Riccardo di 6 anni passa una vita a produrre disegni dei personaggi dei suoi personaggi preferiti ed è semplicemente sensazionale: prospettiva proporzioni dettagli e colori, senza parlare di come faccia con la sola memoria a ricordare tutti ma proprio tutti i particolari.
Mi chiedevo come potrei fare (se avete consigli) per far sì che questi disegni nn vadano cestinati ma raccolti e creare qlcs di unico che serva per giocare e come stimolo per altri bambini.
Grazie
graie
grazie