Dopo aver studiato la forma dei tessuti con il panneggio, è il momento di provare a modellare i vestiti intorno alla figura studiando la tecnica più appropriata per rappresentare la superficie della stoffa.
Ogni tipo di tessitura, infatti, viene percepito visivamente in modo diverso, tanto che alla semplice vista, senza bisogno di toccare, riusciamo a capire se l’abito è di jeans, di panno o di raso.
Vediamo come disegnare i vestiti.
La scelta della carta e dei materiali
Colore, textures, luci ed ombre saranno quindi gli elementi su cui focalizzarsi per rendere l’idea del tipo di stoffa. La tecnica da utilizzare va ricercata caso per caso, usando tutti i medium a disposizione (inclusa tanta immaginazione!): acquerelli, pennarelli, pastelli, penna gel…
E, per ottenere effetti realistici, anche superfici in rilievo per il “frottage”o “l’embossing”, come la carta vetrata o il cartoncino filigranato da mettere sotto il foglio per poi sfregare con le matite.
La carta adatta per disegnare non deve essere quindi né troppo spessa, altrimenti non sarà sensibile allo sfregamento, né troppo sottile, perché deve sopportare almeno tre strati di colore, anche ad acqua. Dopo aver sperimentato diversi supporti ho scelto un album Moleskine liscio da 120 gr., colore avorio.
Iniziamo a disegnare i vestiti!
Ho trovato molti suggerimenti utili in un manuale scolastico ad uso degli studenti dell’accademia della moda. Ma lo scopo non è di fare “figurini” ad uso delle aziende, bensì vestire le nostre figure arricchendole di elementi narrativi.
Prendiamo ad esempio un tessuto di lana spigato: per questo cappotto ho fatto una prima velatura di acquerello. Poi un frottage eseguito mettendo sotto il foglio un pezzo di carta vetrata molto grossa e sfregando con matita colorata dura. Infine, un terzo strato, sempre a matita, che riproduce il motivo a “spina di pesce” .


Per un pullover di lana, invece, ho usato tre strati di matite colorate morbide: base uniforme, frottage con cartoncino filigranato. Infine ho aggiunto ombre e luci con matita grigio scuro e penna gel bianca.

Gli studenti degli istituti professionali di moda usano raccogliere campioni di stoffe su cartoncini con a fianco la rispettiva versione grafica, cercando la tecnica che meglio interpreta colori ed effetti.
Al momento opportuno sono in grado di disegnare un abito ricorrendo al loro archivio grafico-materico.
Per questa gonna ho preso come riferimento una foto da un giornale di moda.

Disegnare i vestiti sui nostri personaggi
A questo punto siamo pronti per rappresentare scene e personaggi dando loro una precisa identità e personalità attraverso l’abbigliamento.
Come reference preferisco attingere al mio archivio di foto personali, scattate qua e là nei musei, per strada, durante le manifestazioni studentesche.. Può sembrare scontato, ma spesso dimentichiamo di volgere lo sguardo verso i luoghi che frequentiamo, ricchi di vita vera e persone interessanti.

Per la camicia ho usato una base di pennarello, una penna gel bianca e un terzo strato di pennarello per le ombre in sovrapposizione.
I jeans sono realizzati con matite colorate e penna gel bianca, mentre la camicia del secondo personaggio è stata fatta con matita e pennarelli.

Matite colorate e pennarelli sono i medium utilizzati anche per illustrare queste ragazze che osservano la strada.
Ogni capo d’abbigliamento ha richiesto uno studio apposito, compresi gli accessori che arricchiscono l’immagine: la matita bianca morbida crea effetti di lucentezza sul pennarello sottostante.
Ricordiamo di far asciugare bene quest’ultimo, che contiene acqua, prima di procedere con matite che contengono leganti oleosi.


La prospettiva delle scarpe e i motivi delle stoffe
Particolare attenzione va prestata anche alla prospettiva delle scarpe. Un dettaglio molto importante che dà l’idea del peso del corpo sul piano, dell’equilibrio generale della figura rispetto alle sue proporzioni e alla posizione che assume. Suggerisco di fare degli studi appositi raccogliendo in un taccuino tipi di scarpe, (ma anche borse, cappelli…) disegnati nelle varie posizioni.



Altro elemento a cui prestare attenzione quando studiamo come disegnare i vestiti è la direzione dei motivi delle stoffe.
Le righe e i quadretti, ad esempio, cambiano verso quando gli arti si piegano, in corrispondenza delle articolazioni.


Infine un piccolo riferimento allo studio dei costumi, un modo affascinante per calarsi in epoche e mondi lontani.
Adesso che abbiamo capito come disegnare i vestiti, siamo pronti per sperimentare.
Modelliamo una stoffa intorno al corpo per comprendere le pieghe principali che essa forma quando si tende, si addensa oppure cambia direzione.
Sperimentando in maniera continuativa e costante questo tipo di esercizio, saremo pronti per “cucire abiti su misura” per i personaggi più svariati.

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articolo di Cinzia Imparato – corsi di disegno a Modena
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Grazie dei preziosi consigli e della puntuale iconografia allegata!
Bellissima esercitazione da fare. Le tue spiegazioni sono utilissime. Grazie mille.
Grazie mille per le utili indicazioni su come disegnare i vestiti, spero di riuscire a metterli in pratica!
Spiegato benissimo .. grazie mille!! Marilisa
Bellissimo articolo non vedo l’ora di sperimentare!
Bellissimo articolo, grazie mille. Proverò sicuramente
Ma che meraviglia, consigli utilissimi e illustrazioni dettagliate! Grazie mille!