Oggi ci immergiamo nel mondo dei flipper, dove l’illustrazione è diventata parte integrante dell’identità dell’oggetto.
In questo articolo scopriremo come gli artisti hanno portato la loro creatività sui tavoli da gioco e come le illustrazioni hanno contribuito a creare l’atmosfera unica che tutti ricordiamo.
Infine proveremo a realizzare un’inedita testata di un flipper con un tema proposto dalla nostra community Facebook.
Ma prima partiamo con
Un po’ di storia
La storia dei flipper affonda le sue radici agli inizi del XIX secolo quando il gioco veniva ancora giocato con palline di metallo e senza elementi elettronici. Un primo antenato del flipper fu la Bagatelle, in cui il giocatore utilizzava una piccola stecca per spingere la pallina su un tavolo inclinato. Solo verso la fine dell’800 la stecca viene sostituita da un pistone a molla, dando vita ad una nuova versione del gioco che gli americani chiamarono PINBALL.
In questi primi rudimenti del flipper troviamo davvero pochissimi elementi illustrati, come il logo del produttore o il nome del gioco.
L’illustrazione fa il suo vero ingresso solo negli anni ’50 e ’60, decenni in cui i flipper iniziavano a diventare più complessi con un funzionamento meccanico.
L’illustrazione, a questo punto, costituiva un elemento chiave nel design dei flipper, con artisti che si concentravano sull’uso di colori vivaci e immagini attraenti per catturare l’attenzione dei giocatori.
Negli anni ’60 la Gottlieb era una delle principali case produttrici di flipper dell’epoca. L’azienda aveva un’attenzione particolare per l’illustrazione e si avvaleva di alcuni degli artisti più talentuosi dell’epoca per creare le illustrazioni delle sue testate.
Tra questi ricordiamo Gordon Morison. Le sue immagini erano spesso ispirate alla cultura popolare dell’epoca, con riferimenti a film, musica e televisione. Le sue opere erano caratterizzate da una forte attenzione ai dettagli e una grande abilità nel creare scene dinamiche e coinvolgenti.
Un altro artista che contribuì in modo significativo alle testate dei flipper Gottlieb fu Roy Parker, che creò alcune delle immagini più iconiche dei flipper Gottlieb degli anni ’60. Parker utilizzava colori vivaci e contrastanti, spesso rappresentando immagini di donne seducenti e avventure esotiche.
Ed ora passiamo alla parte operativa del progetto!
Ora che abbiamo capito come veniva utilizzata l’illustrazione nell’universo dei flipper, rivediamo insieme quali sono i punti chiave che caratterizzavano le testate Gottlieb e che potremmo utilizzare nella nostra illustrazione.
1. Partiamo dallo stile grafico
Le illustrazioni presentavano spesso personaggi caricaturati in modo divertente, con caratteristiche esagerate e fumettistiche. Molto cartoon.
2. I colori
In secondo luogo i colori sono molto vivaci, con una varietà di tonalità utilizzate per creare contrasti e dare profondità all’immagine.
Inoltre, molte illustrazioni presentavano temi in voga per l’epoca, come ad esempio il rock and roll, lo sport, i supereroi e la cultura popolare.
3. La composizione
E, infine, parliamo di COMPOSIZIONE: gli elementi interni all’illustrazione erano disposti in modo creativo e dinamico sulla testata del flipper per accentuare l’idea di movimento e divertimento.
Per decidere che gioco illustrare, sabato e domenica ho aperto un post di confronto sul gruppo Facebook de La Fabbrica dei Sogni, dicendo, genericamente, che stavo cercando un argomento per un video sull’illustrazione a tema videogiochi.
Questo per non influenzare la scelta e dare la possibilità a tutti di esprimersi liberamente e senza il condizionamento dell’oggetto fisico del flipper. L’idea più interessante è stata proposta da Sofia Sgarella che ha detto
“Ale, ma perché non fai un gioco sui Maneskin con Damiano e Viktoria come protagonisti”?
E così eccoci qui a progettare la nostra testata flipper a tema Maneskin.